Pagine

Islay, fascino regale

La Scozia conta circa 200 isole, ciascuna con storia, caratteristiche e personalità diverse.
Accomunate dal fatto che sono tutte molto belle.

Islay (pronuncia "Aila") è la quinta per grandezza, dopo Lewis/Harris, Skye, Mainland delle Shetland e Mull, e la più meridionale.

da "Islay" di Norman Newton


E’ nota come “la Regina delle Ebridi” e in effetti è la più regale.
 
Certamente per la storia, era da Finlaggan infatti che i Lord of the Isles nel Medioevo dominavano tutte le isole con mire anche sulla terraferma, tali da suscitare l’ira di Giacomo IV che mise fine all’espansione, ma non al potere del Clan MacDonald, che dovette poi contenderselo coi MacLean e soprattutto con i Campbell, protagonisti della storia più recente dell’isola; ma anche per la complessità della formazione geologica, la varietà dei terreni e la ricchezza della fauna; anche oggi continua a meritare il titolo grazie alla fama mondiale dei whisky single malt, tradizionali e inconfondibili, col gusto della torba e del mare, che si producono in otto distillerie, tra le più importanti del mondo - Ardbeg, Bowmore, Bruichladdich, Bunnahabhain, Caol Ila, Kilchoman, Lagavulin e Laphroaig (e di altre due si attende l’apertura entro il 2020, la Ardnahoe e l'iconica Port Ellen chiusa da 34 anni).

La produzione del whisky è importantissima per l’isola per la popolarità che le dona, per il lavoro che crea e anche per la ricchezza che mette in circolo: la piscina di Bowmore, per esempio, si trova in un locale in disuso della distilleria ed è riscaldata dal calore prodotto in eccesso dalla stessa; anni fa l’Unione delle Distillerie ha supportato, dopo un periodo di tensioni, la creazione della zona di conservazione naturale di Duich Moss, dove ci sono uccelli e piante rari, rinunciando all’estrazione della torba in quell’area. Su Islay c’è un ospedale e si può studiare fino alle superiori. Non è un'isola da cui scappare per mancanza di opportunità e prospettive. E' invece un posto bellissimo in cui vivere.

Come ci si arriva: Islay è abbastanza facilmente raggiungibile, in aereo con un volo di 40 minuti da Glasgow, oppure in traghetto da Kennacraig sul Mull of Kintyre in un paio d’ore, o da Oban in quattro. Sempre che le condizioni del mare siano d’accordo. E’ bello arrivare in traghetto a Port Ellen, vedendo di passaggio le isole di Gigha, Texa e Jura con le inconfondibili Paps e gettare la prima occhiata sui bianchi edifici delle distillerie. A Port Ellen, poi, c’è un particolare faro squadrato (Carraig Phada).


L'edificio per la maltazione a Port Ellen
Io ci sono andata all’inizio di maggio col sole e le temperature miti, ma è interessante anche alla fine di maggio, quando si tiene Feis Ile, il Festival della Musica e del Whisky, e alla fine di settembre, o ad aprile, per assistere alla migrazione di migliaia di oche facciabianca, selvatiche e lombardelle che svernano sull’isola; a ottobre poi ci sono i cigni selvatici che fanno tappa arrivando dall’Islanda e tutto l’anno, se si è fortunati, si può vedere il raro gracchio corallino che vive su Islay. Per chi ama il birdwatching Islay è un sogno.

E' un sogno anche per gli appassionati di whisky, per chi è interessato all'archeologia e alla geologia, per quanto è ricca e varia, e anche per chi, come me, ama le lunghe passeggiate su immense spiagge deserte.

A Islay bisogna dedicare qualche giorno, perché è molto bella, ci sono molte cose da fare e da vedere, ed è anche il punto di partenza ideale per andare su Colonsay e Jura.

Le distillerie meritano di essere viste, anche se uno non beve whisky e non ci capisce nulla, sono infatti edifici bellissimi, perlopiù bianchi, affacciati sul mare (ad eccezione di Kilchoman) e con gli inconfondibili tetti a pagoda; è interessante anche il tour per imparare come si produce l’acqua della vita (il whisky, dal Gaelico “uisge-beatha”): insomma avrà proprietà curative se anche durante il proibizionismo il Laphroaig poté continuare ad essere importato legalmente negli Stati Uniti come bevanda medicinale!





Dalle tre splendide distillerie a sudest, Laphroaig, Lagavulin e Ardbeg, si può fare una gita meravigliosa fino ad Artalla, dove la strada, come spesso succede in Scozia, finisce.


Queste relativamente poche miglia potrebbero da sole richiedere più di un giorno, oltre alle distillerie infatti ci sono le romantiche rovine del castello medievale di Dunivaig, la fortezza sul mare dei MacDonald,






ci sono viste spettacolari sul Kintyre e sull’Irlanda, baie incantevoli, e soprattutto ci sono la Chiesa e la Croce di Kildalton, che non ha nulla da invidiare a quelle di Iona, essendo opera se non della stessa mano certo della stessa scuola.
La Croce ha più di 1300 anni ed ha resistito quasi indenne al passare del tempo e all’attacco della natura. E’ curioso che fuori dal perimetro della chiesa, di cui restano delle rovine, ci sia un’altra croce detta “Croce del Ladro” perché probabilmente indicava il luogo di sepoltura di qualche criminale.




Vale la pena di continuare poi fino alla Claggain Bay e alla spiaggia di ciottoli di Ardtalla, magari dopo aver fatto uno spuntino al locale bar :-) In Scozia non è affatto infrequente trovare dei banchetti con torte, bevande calde, tazze e piattini, e l'honesty box per lasciare i soldi - uno degli aspetti che a me non manca mai di commuovere.


A Sudovest invece c’è la penisola di Oa (pronuncia “Oh”) dove con una passeggiata in un paesaggio un po’ desolato, talvolta roccioso, si può raggiungere l’American Monument su alte scogliere a picco sul mare che ricorda due tragedie navali, entrambe accadute nel 1918, durante la prima guerra mondiale: il siluramento della “Tuscania” e la collisione della “Otranto”, in cui morirono molti soldati americani.
Risalendo il Loch Indaal, un grande lago marino, c’è una delle perle di Islay, uno dei posti di cui conservo il ricordo più caro, la meravigliosa Big Strand, 12 km di spiaggia sabbiosa, che può accadere, come è successo a noi, di avere tutta per sé.


Sul Loch Indaal affaccia anche Bowmore, la capitale di Islay, con la sua splendida distilleria, l’originale chiesa rotonda, i negozi, i ristoranti e un’atmosfera davvero piacevole.

Noi avevamo un delizioso appartamento sulla via principale, a un passo dalla Co-op, ed è stato facile adattarsi ai ritmi dell'isola, che favoriscono belle passeggiate serali alla luce della luna. Bowmore ha una storia relativamente recente, è stata voluta infatti dai Campbell che l’hanno costruita nel 1768 per non avere gente intorno alla loro Islay House.




Sulla sponda opposta del Loch Indaal si trova la deliziosa Port Charlotte, le cui case tradizionali hanno tutte la stessa pianta. C'è il Museum of Islay life e da qui partono due strade bellissime, una delle quali porta alla costa atlantica e alle spiagge.

Quella di Kilchoman sulla Machir Bay è splendida. L'abbiamo vista prima avvolta dalla nebbia fredda che arriva dal mare (si chiama haar) e poi senza. Con la nebbia molto fitta che disorientava e confondeva i rumori del mare aveva un fascino pazzesco e straniante.




L'altra strada da Port Charlotte porta a sud, a Portnahaven, paesino che condivide la chiesa con la vicina Port Weymiss, ma con porte distinte, per non darsi troppa confidenza, forse.
In realtà non è facile distinguere i due paesini, separati solo da un tratto di strada.
L’atmosfera qui è come di frontiera, è un posto remoto, col suo bel faro, rilassato ma anche necessariamente operoso, che bisogna sempre stare all’erta e c’è sempre qualcosa da fare, con un senso necessario e anche un po' epico di comunità e di autosufficienza, che però non diventa mai ottusa chiusura ma resta solidale.
A prova di tutto ciò, a Portnahaven è operativa dal 2002 la prima centrale di Scozia che produce energia dalle onde del mare; si chiama Limpet 500.


Da Portnahaven si può ritornare verso nord lungo una spettacolare single track in mezzo al nulla, strettissima e fortunatamente solitaria. Se non si considerano le pecore, che sono sempre ovunque. Si possono anche incontrare i cervi, e vicino al mare le lontre.
A nord ovest, su un altro sea-loch, il Loch Gruinart, c’è la Gruinart Reserve, una meravigliosa zona di dune altissime e mobili di sabbia bianca su cui crescono l'erba e i fiorellini, che fanno la guardia a una baia dominata dalla marea che è casa a molti animali, anche loro diversi secondo i mesi: un paesaggio che cambia in continuazione, al cambiare della luna e delle stagioni. Un'altra delle ragioni del fascino di Islay e della Scozia: anche lo stesso luogo è sempre diverso.
Al visitor centre della Riserva c'è sempre qualche evento in corso e c'è sempre qualcuno disponibile a raccontare e descrivere tutti gli uccelli e gli animali che si possono vedere, magari davanti a una tazza di tè e una fetta di torta.







Da Bowmore a Port Askaig sono solo dieci miglia, ma sono densissime: a cominciare dall’ampia zona di marea a Bridgend, con la spiaggia che ora c’è e ora non c’è, e poi le rovine del Dun Nosebridge, un forte dell’età del ferro, e soprattutto l’Islay House, a lungo la magione dei Campbell (dal 1677 fino al 1847) e ora un hotel di lusso con un grande parco, blu di campanule in primavera, e la piazza su cui affacciano, oggi come in passato, diverse attività commerciali tra cui un improbabile birrificio, che orgogliosamente difende la sua diversità sull’isola del whisky.



Dal lato opposto della strada che porta alla Islay House ci sono i Woodlands, un’area boschiva col fiume dove è bello fare passeggiate e ammirare i tanti fiori. Poco oltre lungo la strada c’è l’Islay Woollen Mill, che produce tessuti e tweed che, ricorda orgogliosamente il proprietario, sono stati usati nei film Braveheart, Forrest Gump e Rob Roy.

Ancora poco oltre c’è Finlaggan: due isole nel Loch Finlaggan, su cui in epoca medievale c’erano il castello, gli edifici e la sala del Consiglio, da cui i Lord delle isole governavano le loro terre e davano grandi feste in occasione dell’incoronazione di ogni nuovo Lord. Oggi è un sito archeologico molto importante.
E’ curioso che molte guide raccontano di una strana misura difensiva per cui una delle pietre del sentiero che collegava le due isole fosse messa in modo da rovesciarsi se qualcuno l’avesse calpestata male, facendolo cadere nel lago e dando così l’allarme. Io non ho trovato traccia di questa storia, i documenti raccontano invece di una pietra con l’impronta di un piede su cui ogni Lord al momento dell'incoronazione poneva il proprio piede sinistro a indicare che avrebbe seguito le orme dei suoi predecessori; questa pietra fu poi fatta rompere e fu buttata via dal Conte di Argyll in un inutile gesto di oltraggio; nel 1965 è stata ritrovata una pietra con l’impronta di un piede, anche se è troppo recente per essere quella originale.

A Port Askaig c’è il ferry, e lo prenderemo, ma prima di arrivarci si può ancora deviare a vedere altre distillerie, tra cui la Bunnahabhain che è diversa da tutte le altre.


Alla scoperta di Terre Nuove - parte 4 di 4

Dopo l'entusiasmo per gli iceberg , la meraviglia del Gros Morne NP , la visita di siti archeologici e l' esplorazione del nord  che...