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Inverie - Away from it all

Come ci si sposta in Scozia? Con tutti i mezzi. 
Ci sono località raggiungibili solo in barca, senza essere su un’isola (Inverie), altre solo in treno (come Corrour), altre ancora solo in auto (come Red Point), e alcune solo a piedi (Sandwood beach).
Queste quattro non sono le uniche, e tutte possono essere raggiunte a piedi o in bicicletta, anche se non sempre facilmente, ma sono quelle che hanno colpito la mia immaginazione e quelle dove vorrei andare. 
Sì, perché qui parlo di posti in cui non sono stata, ci sono arrivata vicino, ma non proprio fino a là.

Inverie

Il paesino di Inverie ha per me un fascino pazzesco, così tanto che quando sono stata a Mallaig non gli ho voluto dedicare solo la manciata di ore frettolose che avevo a disposizione, spero invece di avere la possibilità di viverlo almeno per qualche giorno. 
Il porto di Mallaig da cui parte la barca per Inverie
E’ il villaggio principale nella penisola di Knoydart, l’ultima area davvero selvaggia e disabitata dell’intera Gran Bretagna, il Wild West di Scozia, non è infatti collegata alla rete stradale principale e ci si arriva solo in barca, con 45 minuti di ferry da Mallaig, o a piedi, è a 17 miglia da Kinloch-Hourn, per cui ci vogliono 2 giorni di trekking, in una zona pantanosa, montuosa, rocciosa, generalmente impervia, oppure da Glenfinnan, da dove di giorni ne servono 3, lungo un percorso  ancora più accidentato, spesso su sentieri non marcati, o da Glen Dessary, di nuovo per 27 Km, attraversando anche un ponte sospeso sul fiume.
Non ci si arriva per caso.
Philips's Navigator Scotland
Di questa penisola si dice che stia in bilico tra inferno e paradiso, incorniciata come è tra due profondi sea-loch, il Loch Hourn a nord, che sembra un fiordo e che nella parte finale diventa sempre più stretto, incastonato tra alte montagne dalle pareti ripide, buio, cupo e ventoso, sulle cui rive d’inverno per 5 mesi non si vede il sole, e il Loch Nevis a sud, più riparato, ampio, morbido, soleggiato, con montagne meno imponenti e più accoglienti. E’ una zona montuosa (ci sono ben 4 munros – montagne più alte di 914 metri pari a 3000 piedi) aspra, difficile, molto piovosa e molto remota.
Ora ci abitano circa 120 persone di cui la metà ad Inverie, ma ci sono stati fino a un migliaio di abitanti verso la fine del Settecento, prima che venissero espulsi, sfrattati, mandati via durante l’orribile periodo delle Clearances che qui raggiunse il culmine alla metà dell’Ottocento. 
Dal 1999, dopo essere stata a lungo trascurata dai Landlord che la usavano solo per pascoli o terreni di caccia (con alcune lodevoli eccezioni, il primo generatore di corrente fu installato dal proprietario di allora nel 1950), la penisola è finalmente in gran parte di proprietà della Knoydart Foundation e quindi della comunità, che si occupa di tutto, a cominciare dall’energia, quest’area infatti non è connessa neppure alla rete elettrica nazionale, ma la produce autonomamente, in modo rinnovabile e sostenibile, “verde” quindi, con impianti idroelettrici, che sfruttano l’abbondanza di acqua; una cosa che mi colpisce sempre di questi progetti è che non sono fatti per generare profitto per qualcuno, ma solo benessere e opportunità per tutta la comunità. La comunità si occupa della manutenzione delle poche stradine di servizio (di recente c'è stata una frana e quella che collega Inverie ad Airor è interrotta, come anche parte della linea elettrica), dei boschi, dell’ambiente, delle case e anche delle attività commerciali, ad esempio gestisce la Bunkhouse, una specie di ostello.
Inverie è una striscia di terra di poche miglia, affacciata sul mare del Loch Nevis in una bella insenatura protetta alle spalle dallo Sgurr Coire Choinnichean, che è un Corbett, il nome delle montagne alte invece tra 2500 e 3000 piedi.
dal sito Visit Knoydart

dal sito Visit Knoydart
Naturalmente a Inverie c’è il Post Office che è, insieme alla Community Hall, il luogo principale, vitale addirittura, del paese, dove si trova un po’ di tutto, dal tonno in scatola all’abitino per i neonati, probabilmente fatto a mano da qualche locale.
questo è il Post Office di Skipness, portato a esempio

questo è l'interno del Post Office di Skipness, portato a esempio
Ci sono anche un paio di altri negozi che assicurano lo stretto necessario a residenti e ospiti, perché non è sempre comodissimo andare a Mallaig a fare la spesa, soprattutto se le condizioni meteo non sono buone.
Ci sono cottage, alcuni a una ventina di minuti a piedi dal paese, e b&b (uno, il Doune Stone Lodges è a 6 miglia da Inverie, lungo la costa, ci si può passare una settimana a fare pizzi e ti vengono a prendere in barca a Mallaig), c'è una sala da te e soprattutto c’è l’Old Forge, il pub più remoto, sulla terraferma, di tutta la Gran Bretagna.

Inverie per me è il simbolo dei posti lontani da tutto - away from it all dicono loro - da tutto quello cui siamo abituati, la metro, la folla, la fretta, la solitudine monadica della città, il lavoro alienante. 
E io vorrei per qualche giorno far parte di questa comunità e vivere l’isolamento in mezzo alla natura e a paesaggi meravigliosi, vorrei ascoltare i racconti di chi è arrivato qui a piedi, attraversando valli e superando passi, e ha dormito in tenda o in un bothy, una specie di rifugio,
A'Chuil Bothy (c) OldBackpacker
vorrei tentare un giro in mountain bike o fare qualche passeggiata lungo gli innumerevoli sentieri, quelle guidate dove ti raccontano la storia della penisola, ad esempio di quando i "7 di Knoydart" cercarono, nel 1949, da veterani di guerra, di espropriare alcune terre al Lord, un simpatizzante nazista, e non ci riuscirono ma diedero il via al processo che ha portato l’ultimo Landlord a vendere alla Knoydart Foundation, oppure di quando pare che anche Bonnie Prince Charlie abbia cercato rifugio qui dopo la disfatta di Culloden; vorrei fare le passeggiate naturalistiche, sperando di incontrare i cervi, o anche quelle dove prendi e cammini, immersa nel silenzio e nella natura e non pensi al telefono, che qui non prende, alle scadenze, alle seccature, ma al raggio di luce che passa tra i rami, ai rumori del bosco, alle pietre sul sentiero, al tuo posto nel mondo.
Oppure, vorrei andare a vedere il Market Garden dove coltivano e vendono frutta, verdura e fiori, e fare un giro per gli studi degli artisti che vivono e lavorano qui, chi fa gioielli con tecniche tradizionali, chi fa ceramiche, chi saponi o cuscini, chi scialli filati a mano o lavori a maglia, non mancano certo fotografi e pittori, e c'è anche chi lavora il legno.

Ma è quando viene la sera e l'ultimo ferry se ne è andato che davvero si resta isolati, come su una piccola isola, e immagino il silenzio, e il buio, il mistero, anche, appena oltre le luci delle poche case, dove si intravvedono solo i profili delle montagne e i boschi.
Il possibile senso di inquietudine, di disagio perfino, si potrà tenere a bada con una birra e un piatto di frutti di mare all’Old Forge, dove poi restare a scherzare, ad ascoltare musica celtica, partecipando forse a un ceilidh improvvisato, oppure giocare a biliardo e chiacchierare, e ascoltare le storie di tutti, che i posti così remoti sono pieni di storie – di segreti, di fughe, di progetti, di amori, di delusioni, di sfide, di sconfitte. 
E poi, rassicurati, si potrà tornare a guardare il mare, e il cielo e le stelle, e ad ascoltare la profondità del silenzio.

(to be continued)


Alla scoperta di Terre Nuove - parte 4 di 4

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